little big planet ha una trama. Ed una modalità Single Player. Non fidatevi di chi vi dice che nell'economia del gioco questi aspetti hanno poca importanza. Giocare lo Story Mode, per quanto corto possa essere (i giocatori esperti supereranno di poco la rima delle cinque ore), è come ascoltare una favoletta scherzosa, una di quelle in cui una morale delicata (di una banalità universale, diremmo) si intreccia con le avventure tragicomiche dei suoi protagonisti strampalati.
La storia che ci raccontano le Cut-Scene, realizzate con una regia un po' sempliciotta (ma sempre genuina e ispirata), parla di Negativitron, un essere malvagio che sta letteralmente aspirando intere porzioni dell'universo modellato dalla creatività dei sognatori. Al Sackboy, unico e solo eroe di pezza, il compito di assemblare una squadra in grado di opporsi alla greve minaccia che si estende sull'universo. In controluce ad una vicenda un po' stereotipata, migliaia di significati. La lotta del bene contro il male è anche quella della creatività contro l'omologazione. Dell'immaginazione contro la “lobotomia mediatica” che ci costringe a guardare sempre gli stessi (piatti) orizzonti (o ad aspettare i soliti grandi nomi della scena videoludica?). Il finale dolcissimo, ed anche il viaggio a volte tortuoso ed amaro, sembrano voler lanciare qualche frecciata a chi vuole uniformarsi, a chi non riesce più a sognare. Ma anche senza cercare significati nascosti, la trama incantevole di Little Big Planet 2 è di quelle che riescono a farsi apprezzare per una genuina dose di ironia, per una “mobilità” inaspettata. Come successe del resto per il primo capitolo, la sequenza stessa dei livelli compone “micro-storie” che si intrecciano e si alternano con quella principale, mentre protagonisti surreali calcano alternativamente la scena, mostrandoci le loro personalità esuberanti. L'avanzamento, insomma, è piacevole. E non esclude mai il senso della scoperta, il continuo meravigliarsi per le trovate degli artisti. Perchè uno dei protagonisti diLittle Big Planet 2 è lo stesso mondo di gioco. Un universo che ancora conserva molti dei suoi tratti “artigianali”, dei suoi materiali poveri, ma che ha incontrato il disincanto cibernetico della realtà virtuale, del digitale. Sono innesti meccanici che spuntano dai lati più impensabili, robot scattosi, sequenze binarie e circuiti, gli elementi che stupisce trovare in questo luogo immaginifico ancora una volta rinnovato. Oltre il CyberPunk, il mondo di Little big Planet 2 sembra incrociare un'arte povera e distratta con la meccanizzazione moderna. Va oltre la rivoluzione industriale, immergendoci in un vortice di suoni sintetici, di ritmi regolari. E' ancora una volta un “pastiche” artistico rarissimo, praticamente introvabile: che mescola Da Vinci ed i suoi ingranaggi con gli schermi al plasma e le navi spaziali. E', insomma, un'altra chiarissima dichiarazione d'indipendenza.
La storia che ci raccontano le Cut-Scene, realizzate con una regia un po' sempliciotta (ma sempre genuina e ispirata), parla di Negativitron, un essere malvagio che sta letteralmente aspirando intere porzioni dell'universo modellato dalla creatività dei sognatori. Al Sackboy, unico e solo eroe di pezza, il compito di assemblare una squadra in grado di opporsi alla greve minaccia che si estende sull'universo. In controluce ad una vicenda un po' stereotipata, migliaia di significati. La lotta del bene contro il male è anche quella della creatività contro l'omologazione. Dell'immaginazione contro la “lobotomia mediatica” che ci costringe a guardare sempre gli stessi (piatti) orizzonti (o ad aspettare i soliti grandi nomi della scena videoludica?). Il finale dolcissimo, ed anche il viaggio a volte tortuoso ed amaro, sembrano voler lanciare qualche frecciata a chi vuole uniformarsi, a chi non riesce più a sognare. Ma anche senza cercare significati nascosti, la trama incantevole di Little Big Planet 2 è di quelle che riescono a farsi apprezzare per una genuina dose di ironia, per una “mobilità” inaspettata. Come successe del resto per il primo capitolo, la sequenza stessa dei livelli compone “micro-storie” che si intrecciano e si alternano con quella principale, mentre protagonisti surreali calcano alternativamente la scena, mostrandoci le loro personalità esuberanti. L'avanzamento, insomma, è piacevole. E non esclude mai il senso della scoperta, il continuo meravigliarsi per le trovate degli artisti. Perchè uno dei protagonisti diLittle Big Planet 2 è lo stesso mondo di gioco. Un universo che ancora conserva molti dei suoi tratti “artigianali”, dei suoi materiali poveri, ma che ha incontrato il disincanto cibernetico della realtà virtuale, del digitale. Sono innesti meccanici che spuntano dai lati più impensabili, robot scattosi, sequenze binarie e circuiti, gli elementi che stupisce trovare in questo luogo immaginifico ancora una volta rinnovato. Oltre il CyberPunk, il mondo di Little big Planet 2 sembra incrociare un'arte povera e distratta con la meccanizzazione moderna. Va oltre la rivoluzione industriale, immergendoci in un vortice di suoni sintetici, di ritmi regolari. E' ancora una volta un “pastiche” artistico rarissimo, praticamente introvabile: che mescola Da Vinci ed i suoi ingranaggi con gli schermi al plasma e le navi spaziali. E', insomma, un'altra chiarissima dichiarazione d'indipendenza.
UN PLATFORM ATIPICO
UN RINGRAZIEMENTO A CRICRI E A LALLO!
VOTO: 99
COMMENTO FINALE CRICRI: Media Molecule si ripete. Little Big Planet 2 è la naturale evoluzione del primo capitolo, e dal punto di vista dei contenuti si presenta di certo più completo e più ricco. E, fra le altre cose, con uno Story Mode ancora creativo, multiforme. Il gameplay da Platform un po' impacciato riesce infatti a trasformarsi con una semplicità a volte disarmante, esplorando diversi generi e soluzioni. Ad esaltare, ancora una volta, è il colpo d'occhio, l'imprevedibile sequenza dei livelli, la sorpresa continua. Manca però, com'è naturale che sia (trattandosi di un seguito), il profumo delle novità assolute, delle piccole rivoluzioni inattese (che è anche il profumo del coraggio).
Niente toglie a Little Big Planet 2 le sue eccellenze: la bellezza dello stile, il level design, la filosofia egualitaria e comunitaria, che concede all'utente uno strumento flessibile e l'accesso ad un database inesauribile di livelli. Per questi motivi, invitiamo ancora una volta tutti i giocatori ad esplorare, da soli o in compagnia, l'universo dei sognatori. Non sia mai che salvino, in qualche modo, questa generazione.
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