Chi ha scritto questa recensione è uno tra quelli che, oramai due anni or sono, ha percepito sentimenti davvero contrastanti dinnanzi al primo Assassin's Creed. Ammaliato per l'ambientazione, per il periodo storico e per un gameplay puro parecchio dinamico, soffocato da una progressione di gioco ripetitiva, da sgroppate a cavallo poco funzionali e da continue minacce che ancora oggi rimbombano nella mente, come la famosa "Ladro! Ti taglierò le mani!".
Il tema di fondo di Assassin's Creed II rimane sempre lo stesso, ovvero la lotta secolare tra Templari e Assassini alla ricerca di manufatti in grado di modificare l'ago della bilancia del potere, cambia invece il periodo storico.
Questa volta infatti Desmond Miles fa visita al covo attuale degli Assassini e riesce a scappare da quello dei Templari, facendo conoscenza dell'Animus 2.0 e delle vicende di Ezio Auditore, nobile in un Italia rinascimentale di fine 1400 che scopre di avere discendenze assassine e si trova giocoforza coinvolto nel ripercorrerne le gesta. In questo secondo capitolo il ruolo di Desmond comincia ad essere inoltre maggiormente delineato, visto che tra le altre cose si parla delle sua capacità di acquisire per osmosi le abilità dei propri antenati, con tutte le conseguenze del caso.
Il tema di fondo di Assassin's Creed II rimane sempre lo stesso, ovvero la lotta secolare tra Templari e Assassini alla ricerca di manufatti in grado di modificare l'ago della bilancia del potere, cambia invece il periodo storico.
Tu sei un Auditore!
La struttura di gioco è nelle sue basi sostanzialmente la stessa del primo capitolo, Assassin's Creed II è un'avventura in terza persona che mette a disposizione una mappa di gioco ampia e da subito esplorabile per gran parte, una storia principale da seguire e tante diverse tipologie di missioni secondarie e facoltative. Ancora una volta tramite i ricordi di Desmond è possibile rivivere sequenze temporali che vedono coinvolto Ezio Auditore, "strategia" che viene utilizzata per passare da un periodo all'altro o per saltare inutili tempi morti, tanto è vero che lo scopo è quello di sincronizzarsi (leggasi completare la sequenza apposita) con tutto quello che è accaduto a fine 1400, e scoprire cosa può tornare utile ai giorni attuali.
Cambia l'ambientazione, cambiano gli attori, ma soprattutto cambia il modo in cui la progressione di gioco viene proposta al giocatore, dove Ubisoft è riuscita per gran parte a limare quei difetti, ripetitività e schematicità, che rappresentavano appunto le maggiori criticità del primo Assassin's Creed.
Non saremo più costretti a dover scovare il primo punto d'osservazione, fare tre missioni predefinite e poi infine sbloccare il proseguo dell'avventura, oppure ad affrontare missioni sempre uguali e ripetitive perfino nei dialoghi. Sono finiti quei tempi bui, in Italia si è molto più flessibili e questo si riflette sulla storia principale, finalmente sempre disponibile, e nelle missioni secondarie, che seppur talvolta soffrono di situazioni già viste e riviste, sono ridotte in numero per tipologia e sfruttano meglio le possibilità offerte dall'ambientazione e da una mappa di gioco così vasta. Particolare menzione va fatta per quelle denominate "Tomba dell'Assassino", che permettono di esplorare dall'interno alcuni degli edifici più belli e famosi delle città presenti nel gioco, proponendo delle sezioni platform lunghe, complesse e interessanti. Le altre si alternano in classiche corse contro il tempo, pestaggio e consegna di alcune lettere, ma il loro bilanciamento è altresì perfetto e, sembrerà una sciocchezza, l'averle ridotte in numero ne ha migliorato tantissimo la loro fruibilità.
Aldilà del fatto che Ubisoft abbia scelto il nostro paese come sfondo a questo secondo capitolo, è innegabile che la narrazione abbia subito un passo in avanti in quanto a colpi di scena e profondità, così come varietà di situazioni proposte. Le vicende dei Medici, dei Barbarigo, dei Borgia e degli stessi Auditore sono quantomai interessanti per il pubblico italiano ma crediamo anche in generale, e sono supportate da una realizzazione tecnica di primissimo ordine. Ezio è un giovane rampante, scattante come Altair e amante delle donne, è mosso da sentimenti di vendetta e man mano riuscirà a capire, almeno in parte, cosa sta accadendo attorno a lui. Nelle stradine di Firenze, nei canali di Venezia, dinnanzi ai mastodontici monumenti di alcune delle città italiane più straordinarie si respira una realizzazione trabordante di dettaglio, con ottima profondità visiva, texture convincenti, illuminazione che rende il tutto più vivo e dona un impatto a tratti eccezionale. Vedere Piazza San Marco o Santa Maria del Fiore oppure ancora uno dei canali nei sestieri di Venezia a mezzogiorno, dove tutti i palazzi e il sole riflettono sull'acqua, è davvero un piacere per gli occhi, tanto da far sembrare Gerusalemme e Acri di Altair come città solamente ordinarie.
Purtroppo qualche compromesso c'è, e qualcuno abbastanza visibile. L'interazione con l'acqua gode di quello che ci piace definire come "effetto Fable", ovvero tanto bello da vedere quanto non convincente da toccare. Il motore grafico poi è tutt'altro che solido, dove soprattutto a Venezia, quella che - non ce ne vogliano gli abitanti delle altre città presenti nel gioco - è meglio realizzata e più impressionante, sono visibili fenomeni di tearing per mantenere il frame rate alto (che comunque soffre nelle situazioni più estreme), e pop up di elementi anche a distanza ravvicinata, che influiscono, seppur in maniera non decisiva, sull'impatto finale.
Si è parlato di scene visivamente forti all'interno del gioco, ma in realtà sono ben mascherate e nulla di scandaloso, compreso il doppiaggio che nella versione Italiana ne ha attutito i toni (soprattutto nella oramai famosa scena di sesso presente dopo pochi minuti di gioco) e che in linea di massima fa bene il suo dovere senza inflessioni dialettali, salvo ripetizioni per i personaggi di secondo (terzo?) piano. Le nuove frasi da memorizzare nell'immaginario collettivo sono "Ma cosa ha per muoversi così, le emorroidi?" oppure "Perlomeno deve aver bevuto del buon vino" in occasione delle sgroppate di Ezio per i tetti, mentre la colonna sonora è invece di buona fattura e si sposa alla perfezione con quello che viene proposto a schermo, è invasiva al punto giusto e si fregia di alcuni momenti davvero ottimi per realizzazione.
Cambia l'ambientazione, cambiano gli attori, ma soprattutto cambia il modo in cui la progressione di gioco viene proposta al giocatore, dove Ubisoft è riuscita per gran parte a limare quei difetti, ripetitività e schematicità, che rappresentavano appunto le maggiori criticità del primo Assassin's Creed.
Non saremo più costretti a dover scovare il primo punto d'osservazione, fare tre missioni predefinite e poi infine sbloccare il proseguo dell'avventura, oppure ad affrontare missioni sempre uguali e ripetitive perfino nei dialoghi. Sono finiti quei tempi bui, in Italia si è molto più flessibili e questo si riflette sulla storia principale, finalmente sempre disponibile, e nelle missioni secondarie, che seppur talvolta soffrono di situazioni già viste e riviste, sono ridotte in numero per tipologia e sfruttano meglio le possibilità offerte dall'ambientazione e da una mappa di gioco così vasta. Particolare menzione va fatta per quelle denominate "Tomba dell'Assassino", che permettono di esplorare dall'interno alcuni degli edifici più belli e famosi delle città presenti nel gioco, proponendo delle sezioni platform lunghe, complesse e interessanti. Le altre si alternano in classiche corse contro il tempo, pestaggio e consegna di alcune lettere, ma il loro bilanciamento è altresì perfetto e, sembrerà una sciocchezza, l'averle ridotte in numero ne ha migliorato tantissimo la loro fruibilità.
Purtroppo qualche compromesso c'è, e qualcuno abbastanza visibile. L'interazione con l'acqua gode di quello che ci piace definire come "effetto Fable", ovvero tanto bello da vedere quanto non convincente da toccare. Il motore grafico poi è tutt'altro che solido, dove soprattutto a Venezia, quella che - non ce ne vogliano gli abitanti delle altre città presenti nel gioco - è meglio realizzata e più impressionante, sono visibili fenomeni di tearing per mantenere il frame rate alto (che comunque soffre nelle situazioni più estreme), e pop up di elementi anche a distanza ravvicinata, che influiscono, seppur in maniera non decisiva, sull'impatto finale.
Si è parlato di scene visivamente forti all'interno del gioco, ma in realtà sono ben mascherate e nulla di scandaloso, compreso il doppiaggio che nella versione Italiana ne ha attutito i toni (soprattutto nella oramai famosa scena di sesso presente dopo pochi minuti di gioco) e che in linea di massima fa bene il suo dovere senza inflessioni dialettali, salvo ripetizioni per i personaggi di secondo (terzo?) piano. Le nuove frasi da memorizzare nell'immaginario collettivo sono "Ma cosa ha per muoversi così, le emorroidi?" oppure "Perlomeno deve aver bevuto del buon vino" in occasione delle sgroppate di Ezio per i tetti, mentre la colonna sonora è invece di buona fattura e si sposa alla perfezione con quello che viene proposto a schermo, è invasiva al punto giusto e si fregia di alcuni momenti davvero ottimi per realizzazione.
UN RINGRAZIAMENTO A CRICRI E A LALLO!
VOTO: 94
COMMENTO FINALE ( DI CRICRI E LALLO):
rchiviate le critiche, ci preme sottolineare come nel suo insieme Assassin's Creed II rappresenti per larghi tratti quello che sarebbe dovuto essere anche il primo capitolo. Un'avventura varia, accattivante, affascinante per storia e ambientazioni, con tante cose da fare e con un gameplay dinamico seppur con le immancabili ripetizioni. Nella nostra prova abbiamo concluso le vicende degli Auditore in circa 22 ore, affrontando praticamente tutte le missioni secondarie e gli oggetti collezionabili. Realisticamente ne sono necessarie almeno 16-18 per portare a termine il gioco seguendo unicamente la storia principale e qualche extra, con punte superiori come nel nostro caso. La parte finale è poi un misto tra blasfemo e surreale, molto interessante è ben congegnata, salvo un paio di modifiche fatte chiaramente in corsa per evitare la solita isteria di massa che sarebbe potuta derivare dall'argomento trattato. Mette le basi per il terzo capitolo e siamo sicuri che ci saranno molte discussioni sul periodo nel quale sarà ambientato.


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